giovedì 8 settembre 2011

sleepers

Dormiiiiiire! Una delle (in)attività più praticate in ferie! Ecco. Finite, basta, stop. Sveglia!


Questa spettacolare raccolta di foto da The Big Picture mostra dormienti da tutto il mondo... tema davvero niente male. Qui sotto alcune foto in anteprima, con la descrizione dello stesso sito [un clic sulle immagini per vederle ingrandite!]

Woman sleeping in a public square in Montreal, Canada © Romain Philippon #

A woman sleeps in the trunk of a car before the start of the annual International Descent of the River Sella canoe race which started in Arriondas, Spain on August 6, 2011. (Eloy Alonso/Reuters) #
A young Chinese couple wait as their baby sleeps on a display bed as they shop at a department store in Beijing on August 15, 2011. (Mark Ralston/AFP/Getty Images) #
A reveler tries to get some sleep on the street during the San Fermin festival in Pamplona early July 8, 2011. (Susana Vera/Reuters) #

lunedì 5 settembre 2011

rece - la democrazia in italia


È sotto i riflettori da tempo, ormai, la questione dello stato di salute della democrazia: sia di Democrazia – il concetto che parla di una forma di governo ma anche e soprattutto della possibilità di un non-governo – sia delle democrazie reali, delle attuali condizioni degli Stati che si definiscono democratici. Il fatto stesso che ci si ponga l’interrogativo – come sta la democrazia? – testimonia la tendenza a rispondere con pessimismo; la domanda stessa è già il desiderio di trovare una terapia al malessere democratico. Lo studio dei sintomi stringe la lente sui casi specifici, specialmente se diventano immagini peculiari di un paradigma: così il caso clinico impossibile da ignorare diventa proprio quello italiano. Scrittori, docenti e ricercatori accomunati dall’urgenza di far deragliare l’abusato e logoro – poiché assolutizzato – linguaggio dell’attualità italiana. Uscire dai binari del discorso mediatico per aprire i luoghi della possibilità, quanto meno, di discorsi teorici: tradire la politologia per recuperare delle sopravvivenze della politica. Anche e soprattutto questa necessità di disattendere al linguaggio assoluto è causa dell’assenza del nome di Berlusconi dal titolo del libro (e dei saggi in esso contenuti).

lunedì 11 luglio 2011

eastern sierra 3

Un nuovo timelapse, pezzo pregiato della categoria...

L'opera è di Jeff Chen Kuo Chih, una notevolissima impressione rubata alla Via Lattea. Sotto al video, la descrizione dello stesso Jeff.



On my 3rd time-lapse video of the Eastern Sierra, I focused on night time shooting. During the last week of June, the Milky Way started to make daily appearances on the northern hemisphere, right after sunset and without any interference from the moon. During eight consecutive and exhausting nights in near total darkness, I saw and/or felt deers, rabbits and coyotes passing near-by and once, after shinning a small flash light from my iPhone at two red dots, I saw a big-old bear just a few feet away, which prompted me to run to my car, leaving all my equipment and gear behind. I did not return until sunrise to pick everything up. Truly scary stuff!!
Nikon D5100 and D3
Capture One Pro, Adobe Premiere
Motion Dolly by dynamicperception.com/​

lunedì 4 luglio 2011

Open

Sono un uomo solo. Questo rettangolo, entro cui mi trovo, è la mia vita. E io lo odio. 


Tutti voi mi avete sempre visto qui, e non c’è altro luogo in cui potrei stare. Non posso uscire da questi confini geometrici, non posso che starci. Fermo. Anche e soprattutto quando corro come un forsennato, quando condanno l’anima e il corpo, quando sacrifico a esso la mia vibrante disperazione, dentro al rettangolo sono fermo, non posso che stare. 

Credetemi, mille volte avrei voluto fuggire, altre mille ho cercato scorciatoie sotterranee per uscirne, finendo sempre per sentirmi ancora più solo. E tornare a stare qui. Dove odio stare. Dove mi hanno messo e certamente non avrei scelto di entrare. Eppure, forse, sono sempre stato qui dentro e non poteva essere che così. 

Quando mi è concesso di gettare lo sguardo fuori dal rettangolo, devo approfittare di quell’istante per cercare aiuto. Questo è il motivo per cui ho costruito una squadra: non accetterei le sconfitte da solo, tantomeno sopporterei il successo, senza di loro. So che mi accompagneranno sempre, che ognuno di loro avrà una parola, uno sguardo, un’energia per me, so che senza di loro sarei meno di niente. Eppure, alcuni della squadra, dopo anni, vanno per la loro strada. Così scopro che qualcuno ci sarà sempre. 

Quello che non avrò mai indietro è un padre. Il mio ha scelto con furia e tenacia di ingabbiarmi qui e io non ho mai potuto scegliere. Nulla. Quando ho capito che non l’avrei mai avuto come volevo, ho iniziato a fare le mie scelte. E a sbagliarle. Fu allora che tutti cominciaste a odiarmi. Fu esattamente allora che tutti vi innamoraste di me. E io di voi. Poi il rettangolo si ricoprì di un manto verde, sottile e soffice. 

Un tempo, decidere di non vestirmi in bianco e di non baciare i piedi alla vostra tradizione era una tra le poche scelte che mi facessero sentire libero: ora sto alzando per la prima volta il simbolo di quella stessa tradizione mentre voi mi tributate il trionfo, mi adorate e più di me adorate i miei capelli. Sono finti. Image is everything. 

A lungo sono il più bravo, il numero uno tra quelli che si affannano nel rettangolo. Sono giovane, il mio talento decide il mio destino per me e una delle donne più belle e ammirate del pianeta decide di diventare mia moglie. Ho tutto. Lei è un’attrice, si chiama Brooke. Non ci amiamo e il tempo non mancherà di farcelo capire. Così come non mancherà di insegnarmi che il mio gioco lo devo rispettare, oppure non sarà più mio. Quando il destino, incarnato in un uomo di nome Pete, mi dimostra che non sono il migliore, mi convinco di essere il peggiore. Non ho tutto, infatti non ho niente. Mento ai miei amici, mento a chi controlla il rettangolo, mi drogo. Poi, toccato il fondo sotto al fondo, mi sveglio. 

Comincio a invecchiare e devo rifare quello che fanno i ragazzini, lontano dai riflettori e dai vostri sguardi. Altro che soffice manto erboso. Cemento duro di provincia. E risorgo da lì, frustando ancora il mio corpo e la mia anima. Scopro che il rettangolo può essere il tuo migliore amico, se sai perché lo abiti. Poco per volta non voglio più lasciarlo, perché stare lì dentro a soffiare, scattare, colpire, mi permette di aiutare i bambini. Quando finalmente sono felice di stare dentro ciò che odio, mi innamoro. Della donna più bella del mondo. La donna che, da che esiste il tempo, ha fatto meglio di qualunque altra ciò che si fa dentro al rettangolo. 

Che sbadato, non mi sono presentato. Sono un uomo che ha vinto i quattro slam e l’oro olimpico nel tennis. Sono Andre Agassi. E ho scritto un libro. 





Andre Agassi 
Open – la mia storia 
Einaudi, € 20,00

giovedì 23 giugno 2011

plains milky way

Nel bel mezzo del Sud Dakota c'è una figura che si aggira di notte per la campagna. Armata della sua macchina fotografica, l'ombra notturna spara alle stelle. E la sua strada, così tracciata, diventa questo video da vedere assolutamente, meglio se a schermo intero.

Dopo il video, la descrizione dell'autore, Randy Halverson.

Su Dakotalapse.com, infine, potete trovare altre opere di Randy.




During the month of May, I shot Milky Way timelapse in central South Dakota, when I had the time, and the weather cooperated. The biggest challenge was cloudy nights and the wind. There were very few nights, when I could shoot, that were perfectly clear, and often the wind was blowing 25mph +. That made it hard to get the shots I wanted. I kept most of the shots low to the ground, so the wind wouldn't catch the setup and cause camera shake, or blow it over. I used a Stage Zero Dolly on the dolly shots and a "Milapse" mount on the panning ones. 
This was all shot at night. If you see stars and it looks like daylight, it is actually moon light. 20+ second exposures make it look like daylight.
Canon 60D and T2iTokina 11-16Sigma 20mm F1.8Tamron 17-50
Dynamic Perception Stage Zero Dolly dynamicperception.com
Shot in RAW format, the Milky Way shots were 30 seconds exposure F2.8 or F1.8 with 2 second interval between shots, for 3-4 hours run time. ISO 1600
Ten seconds of the video is about 2 hours 20 minutes in real time.

lunedì 20 giugno 2011

vivid sydney

Vivid Sydney è un evento grazie al quale, ogni anno, la luce invade la grande città australiana e la usa come una tela, dipingendola, colorandola.

La città diventa teatro di opere di designer e artisti provenienti da ogni parte del mondo. Sydney si illumina di fasci di colore, linee e geometrie, e si accende di musica eseguita da ospiti celebri (quest'anno, tra gli altri, The Cure).

[in questo timelapse a opera di James Zhao abbiamo una rapida presentazione di come viveva Sydney vestita di questa condizione particolare]



Quest’anno (dal 27 maggio al 13 giugno) le scene più spettacolari sono state l’Opera House, Cambell Cove e il Custom House, ma numerose altre piazze erano il palcoscenico per installazioni diverse.

Alcuni link per conoscere meglio Vivid Sydney:

sito ufficiale

un mash up delle foto di visitatori da tutto il mondo [qui sotto alcune in anteprima]


sleeveface

Diventare qualcun altro

Essere un musicista

Andare in copertina
Giocare con un'immagine

Essere giocati



lunedì 13 giugno 2011

manhattan in motion


C'è un'isola dove le luci non si spengono mai, dove si vive in una dimensione diversa dal resto del mondo, dove il Sogno sembra divenuto Realtà.
Non è un caso se chi ci abita reputa quell'isola il mondo "vero" e non vuol quasi sapere nulla di ciò che c'è fuori.
Manhattan non è l'Isola che non c'è, il suo Sogno può essere un'illusione, ma il mondo non smetterà mai di puntarci lo sguardo e ammirarla.

Come fa in questo timelapse Josh Owens, puntando sull'Isola il suo sguardo, la macchina fotografica, e sparando.

giovedì 9 giugno 2011

puyehue. il vulcano

Durante lo scorso weekend il vulcano Puyehue, tra le Ande del sud del Cile, ha iniziato la sua eruzione dopo alcuni decenni di silenzio. Le polveri esplose hanno sorvolato centinaia di chilometri di terra, spargendosi ovunque e invadendo anche gran parte dell'Argentina.

Lo spettacolo naturale offerto dal fenomeno trascende le parole che provino a descriverlo, ma le fotografie raccolte da The Big Picture provano a trasportarlo in qualche modo. Ve ne propongo alcune qui, le altre le trovate seguendo questo link








martedì 7 giugno 2011

michael levin by brad kremer

Cosa fa un fotografo?
Fa una fotografia? O è la fotografia che si fa? Il fotografo la crea o piuttosto la vede?
Ecco, cosa vede un fotografo? Dov'è quando getta il suo sguardo, apre il suo punto di vista?

Stare attorno a un fotografo e farlo vedere – mostrarlo ma anche, e soprattutto, lasciare che veda – è quello che Brad Kremer ha cercato di fare con questo video.

Il protagonista ritratto è il fotografo Michael Levin, del quale fareste bene a scoprire qualcosa di più dal suo sito
Dopo l'opera di Kremer (qui la sua pagina vimeo, dove trovate altri film che meritano) potete leggere la descrizione proposta dall'autore stesso, con alcune note tecniche.


I first became aware of Michael Levin's photographs in 2010. His photographs of everyday places and common subjects are transformed into something much more when he views them through his lens...absolutely stunning! Being that a large majority of Michael's work is done in Japan, I instantly had a connection to it as I too have a bond with Japan and have traveled and documented the landscape extensively in my own way. After watching my film Hayaku (http://vimeo.com/12112529) Michael contacted me regarding a project he was working on and felt it might be of interest to me. He told me that he really appreciated my work and recognized the dedication and effort that went into it. I agreed to go on a trip with him to Japan and work on his project. But for me, there was a greater opportunity at hand. We had several conversations and I gave him some ideas about expanding the project and he really took to it. A month later and we were in Japan having beers and sushi.


I wanted to document Michael at work, in Japan, in a way that hasn't really been explored with photographers. I told Michael of my idea to make an artistic representation of his experiences in the Land of the Rising Sun - to show him in his working environment in a way that complimented his work. Not to explain it with words, but to feel it through the flow of the film. I wanted to show the process, the journey, the adventure in a way that would give the viewer and emotional connection to Michael and his photography.

The final result is something that I think is truly original…something that showcases who Michael is, and more importantly, what his work is all about. This film is a collaboration between Michael and I and our love for photography, film, Japan and adventure. This is a subject that Michael and I are continuing to explore as we plan more trips together, more films and more adventures.

I hope you enjoy!

www.michaellevin.ca
www.bradkremerfilms.com
brad@bradkremerfilms.com

Filmed with:
Canon 5DMKII
Dynamic Perceptions Dolly
 
Music:
Artist- Röyksopp
Song- Röyksopp Forever

lunedì 6 giugno 2011

chiemgau impressions

Mario Feil è un fotografo/filmmaker tedesco [cliccando sul nome trovate il suo sito, qui la sua pagina Vimeo].


Passeggiando per il sud della Baviera, la sua macchina fotografica si è trovata a Chiemgau, luogo che ha sentito di dover ritrarre con questo timelapse. Lavoro notevole davvero.

martedì 31 maggio 2011

Arctic Light

Dopo L'Aurora e La montagna è tornato Terje Sorgjerd, il mago che applica il timelapse alle meraviglie della natura.

E ogni volta crea un'opera più incredibile delle precedenti.

Questo è il racconto di come si è trovato con le sue macchine fotografiche nell'arcipelago norvegese di Lofoten per raccogliere quella che ha chiamato Luce Artica, un fenomeno che va in scena nei cieli dell'Artico tra le 2 e le 4 settimane prima che appaia il sole di mezzanotte.

È come se il giorno e la notte si fondessero e danzassero abbracciati.
Ma basta parole, spazio alle immagini di Arctic Light [dopo il video trovate la descrizione che ne dà Terje]


This was filmed between 29th April and 10th May 2011 in the Arctic, on
the archipelago Lofoten in Norway.

My favorite natural phenomenon is one I do not even know the name of, even after talking to meteorologists and astrophysicists I am none the wiser.What I am talking about I have decided to call The Arctic Light and it is a natural phenomenon occurring 2-4 weeks before you can see the Midnight Sun.

The Sunset and Sunrise are connected in one magnificent show of color and light lasting from 8 to 12 hours. The sun is barely going below the horizon before coming up again. This is the most colorful light that I know, and the main reason I have been going up there for the last 4 years, at the exact
same time of year, to photograph. Based on previous experience, I knew this was going to be a very
difficult trip. Having lost a couple of cameras and some other equipment up there before, it was crucial to bring an extra set of everything. I also
made sure I had plenty of time in case something went wrong.
If you can imagine roping down mountain cliffs, or jumping around on slippery rocks covered in seaweed with 2 tripods, a rail, a controller,
camera, lenses, filters and rigging for 4-5 hour long sequences at a time, and then
having to calculate the rise and fall of the tides in order to capture the essence - it all prved bit of a challenge.

And almost as if planned, the trip would turn out to become very
difficult indeed. I had numerous setbacks including: airline lost my
luggage, struggling to swim ashore after falling into the Arctic sea: twice, breaking lenses, filters, tripod, computer, losing the whole dolly rig and controller into the sea, and even falling off a rather tall rock and ending
up in the hospital. As much as I wanted to give up, the best way Out is
always “Through”. I am glad I stuck it through though because there were some amazing sunrises waiting. At 1:06 you see a single scene from day to night to day.

I asked the very talented Marika Takeuchi to specifically compose and
perform a song for this movie, and what she came up with is absolutely remarkable. Thank you very much Marika!

Available in Digital Cinema 4k

Like my Facebook Page for updates http://www.facebook.com/TSOPhotography
Follow me on http://twitter.com/TSOPhotography
Press/licensing/projects contact: terjes@gmail.com

Music: "The Arctic Light" by Marika Takeuchi
http://on.fb.me/kOezbO

lunedì 30 maggio 2011

VLT

Nuovo Timelapse, e ovviamente rubrica aggiornata!

Quest'opera è stata creata sotto il cielo che sovrasta l’Osservatorio del Paranal sul Cerro Paranal, una montagna alta 2.635 metri nel deserto di Atacama (Cile). Lo strumento principe dell'osservatorio è il VLT che, alla faccia di tutti i nomi strolicati che si inventano per le faccende scientifiche, è semplicemente l'acronimo di Very Large Telescope!


Il video è spettacolare e la danza dei quattro telescopi che compongono il VLT è quasi commovente, in quel teatro...

[fonte: leganerd]


Timelapse Footage
Credits:
ALL IMAGES: (eso.org) taken on location by Stephane Guisard and Jose Francisco Salgado.
ESO/S. Guisard (http://www.eso.org/~sguisard)
ESO/José Francisco Salgado (http://www.josefrancisco.org)
MUSIC SCORE: "We Happy Few" - The Calm Blue Sea (2008)
EDITION: Nicolas Bustos

mercoledì 25 maggio 2011

essere john mcenroe

«John McEnroe è un mito». Parole che devono essere state sulle labbra di un incalcolabile numero di appassionati dello sport con la racchetta. Ma non solo. McEnroe è un mito anche e soprattutto nel senso classico della parola. I suoi incontri a Wimbledon contro Borg, agli inizi degli anni ’80, sono diventati più che proverbiali, hanno attraversato e segnato quasi tre decenni e creato un nuovo immaginario, un nuovo mondo che esiste anche lontano dalla rete e dal campo: McEnroe, il suo aspetto da pestifero (per non dire dell’atteggiamento!), il suo febbrile desiderio di correre incontro alle fucilate uscite dalle corde dell’imperturbabile Bjorn, la sua racchetta di legno vibrare una carezza nell’aria e compiere l’incantesimo affettando la palla e facendola morire appena di là dalla rete. Per la mia generazione queste evocazioni, proprio come quelle di Italia-Germania 4-3, quelle del Mundial ’82, quelle di Ali-Foreman a Kinshasa e chissà quante altre, narrano di un mondo che non abbiamo visto e sono pura mitologia; fanno parte della nostra crescita, sia che provengano dalle parole nostalgiche dei genitori intorno ad un tavolo o dalle voci, di nuovo appassionate al ricordo, dei Tommasi&Clerici di turno o, ancora, dalle pagine frizzanti ma intense di questo piccolo capolavoro di Tim Adams.

floating chicago

Torniamo sulla sezione Timelapse&Co.

Questo video, come spiega la descrizione dell'autore – subito sotto – è un collage di timelapse "sparati" allo skyline di Chicago e poi riflessi in orizzontale, specchiati.
L'effetto non è niente male. Proviamolo.



Through the past couple years I've shot a decent amount of time-lapses of the Chicago skyline. I figured why not take all of those and throw the same mirror filter that was warmly welcomed by a lot of people on this: http://www.flickr.com/photos/cshimala/5275838854/
I'm still scratching my head on how long it took me to attend to that dirt spot on my window that shows up too often.
Music: Neon Canyon - Libra

domenica 22 maggio 2011

optimist

Abbiamo già parlato qui di Holi, il festival del colore.

Brian Thomson [link alla sua pagina vimeo] regala con questo video la sua interpretazione della manifestazione mondiale che saluta la primavera in un trionfo visivo spettacolare.
Sotto il video, la descrizione originale dell'autore.


This video was shot at the Sri Sri Radha Krishna Temple in Spanish Fork, Utah. Their annual Festival of Colors was a great opportunity to test the slow-mo capabilities of my Cannon 7D. After hearing Zoe Keating perform this song in Portland, OR I was inspired to edit this footage to her beautiful music. I hope that she and her son enjoy the video.

domenica 15 maggio 2011

essere argentino. essere Soriano

Se non vi è davvero mai capitato di scrivere un testo insieme a un caro amico, se proprio non avete mai provato la sensazione di intrecciare la carne delle vostre parole con le ossa delle sue (e nemmeno, sventurati, il contrario), dovreste lasciar cadere immantinente qualsiasi attività vi stia occupando membra e spirito in questi istanti e correre da lui/lei – oppure far suonare il suo telefono – e suggerirgli di rimediare prima possibile al vostro vuoto.


Per quanto riguarda me, questa fortuna l'ho avuta più volte e non smetterò mai di vantarmi delle sensazioni che le persone così coinvolte mi regalarono. Quella che segue è un prodotto a quattro mani, due voci, due spiriti e quattro occhi che apparve un certo mese di un dato anno su La Civetta.

Essere argentino: scoprirti figlio peronista di un dipendente pubblico della Patagonia che solo per dovere si è piegato a sottoscrivere la tessera del partito guidato da quel mentecatto di Perón. Essere argentino: non poter fare nulla per non sentire tuo padre che s’infuria contro la radio che trasmette i discorsi del generale, mentre tu nella tua camera preghi perché quella santa donna di Evita ti mandi un pallone il 6 di gennaio. Essere argentino: scrivere a Peròn, chiedere un dono a lui che ripete sempre che “i bambini sono gli unici privilegiati”, aprire tempo dopo un pacco e trovarci un pallone e le divise per un’intera squadra. Essere argentino: aver fatto goal al Gato Díaz, quello che aveva parato il rigore più lungo del mondo. Essere argentino: meritarti per ben due volte il titolo di campione del mondo di calcio, la prima volta per effetto delle manovre di un regime sanguinario, la seconda grazie alle prodezze di un folletto chiamato Diego Armando. Essere argentino: non avere il coraggio di dire una parola davanti a quel ragazzo con un cespo di ricci scuri in testa che con un’arancia fra i piedi è in grado di fermare il tempo e saturare lo spazio. Essere argentino: sentire il bisogno di andare di corsa a mettere sulla carta tutte le parole che il ragazzo con l’arancia ti ha paralizzato in gola e dare alla luce il tuo primo racconto sul pallone. Essere argentino: persuaderti che una partita di calcio contro una qualsiasi selezione inglese possa risolvere il problema delle isole Malvinas.
Essere argentino: sapere che tuo padre non crede affatto che tu possa fare il calciatore né tantomeno lo scrittore, che invece ti vorrebbe meccanico e, per non deluderlo, accettare di vivere per tre giorni nel garage di casa aiutandolo a smontare e rimontare un’automobile dal primo all’ultimo bullone (e guai se ne avanza uno!). Essere argentino: aver visto il tuo vecchio cadere e rialzarsi così tante volte che ormai, mentre lo guardi stanco e sconfitto, sei tu ad incoraggiare lui a non mollare, ché tanto tu sarai sempre là a mandargli una barca con le sigarette. Essere argentino: convincerti che la relazione che tu, falso console, stai intrecciando con la moglie dell’ambasciatore inglese sia al centro dello scoppio della guerra per quelle stramaledette isole Falkland. Essere argentino: prendere una sbornia colossale tracannando whisky in compagnia di un gorilla furioso col moccio al naso. Essere argentino: affrontare i pericoli di una rivoluzione in un paese straniero solo per l’orgoglio di poter innalzare al vento la bandiera bianca e celeste sulla quale il sole non tramonta mai. Essere argentino: ritrovarti chissà come e perché in una manifestazione sindacale in cui a gran voce si chiede il ritorno di Perón, non essere poi molto convinto che la voce che manda proclami di lotta da un registratore portatile sia proprio quella del grande generale e allora chiamare tuo padre perché possa confermarlo senza alcun dubbio.

martedì 10 maggio 2011

las vegas - 24 hours of neon

Philip Bloom è un filmmaker di talento e parecchio attivo, potete trovare info su di lui e i suoi film dal sito ufficiale e dalla pagina facebook.

Io voglio suggerirvi questo timelapse girato nella città dei neon nel deserto. Per una volta, quel che succede a Las Vegas esce da Las Vegas e si srotola sotto i nostri occhi. Buon godimento.
[appena sotto al video, alcune info sulle tecniche e la strumentazione (fonte: clickblog.it) e un behind the scenes fatto bene, con dettagli di esecuzione fotografica molto chiari]




Philip Bloom è un fotografo esperto nella realizzazione di time lapse ed ha deciso di immortalare le luci di Las Vegas e restituire un’esperienza quanto più realistica possibile sfruttando proprio la tecnica HDR.
Per la realizzazione sono state utilizzate più fotocamere:

lunedì 9 maggio 2011

aniboom - corti animati

ok, spettacolo...

Aniboom è un sito che raccoglie corti animati. Alcuni sono davvero ottimi e vanno goduti perbene. Ne propongo un po':


orsi e problemi con la neve...



... del perché fare test sugli animali...



... meditazione e l'arte di avere a che fare con gli insetti...



... e infine: lo sapevate del feticismo di Napo?

la rivolta

Su La Civetta di maggio 2011, una mia presentazione dell'ottimo testo di Pierandrea Amato, La rivolta,
libro filosoficamente prezioso e attuale in modo straordinario.




Nel box qui sotto, un'anteprima del numero de La Civetta, basta un clic per vedere la versione ingrandita. Segue la mia recensione.



«Materia di queste pagine è la rivolta». In quella zona oscura che nemmeno si può immaginare come un luogo, in un anfratto prima del pensiero che dello spazio, sta la rivolta. Della quale, innanzitutto, ogni cosa si può dire tranne che stia; mai situata, contenuta, quando la rivolta sta è solo preannunciata, essa sta facendosi. Per questo, per questa sua de-localizzazione sempre sul punto di accadere, non la si può dire ma solo effettuare. «Non c’è in questo senso un pensiero della rivolta, ma esclusivamente atti rivoltanti».
Eppure queste pagine si fanno materia e fanno materia propria dei concetti attorno alla rivolta. Ma non per trattenerla, spiegarla, aprirla alla vista e darne una definizione. Per rivoltare, piuttosto, tutte queste attività, disattenderle proprio nel loro essere aspettative, tradire la fiducia di chi vuole imparare. Queste pagine, allora, il nostro voltarle e rivoltarle, la parola che scrivono, lo sguardo che le scontra, sono tutti rivoltanti.
Il rivoltante suscita rifiuto, è esso stesso un rifiuto, si genera da un rifiuto. E il suo rivoltarsi è l’opportunità politica che sola può proporsi di rifiutare il potere. A patto, però, di non proporselo affatto. Perché la rivolta non è rivoluzione: non è un fine ciò che essa persegue e non prova alcun affanno in direzione di una realizzazione. L’essere rivoltante non sa cosa vuole, tutt’al più avverte l’insopprimibile scoperta di ciò che non vuole più.
Ecco perché l’oppresso che si riconosce in una similitudine tra oppressi e organizza la propria identità nel rovesciamento dell’oppressione nulla ha a che vedere con l’essere rivoltante, bensì tutto ha del rivoluzionario, di chi sta già sempre instaurando il potere venturo e poco importa che lo desideri. «Il rivoltoso invece è tale unicamente nel lampo della rivolta».
Il lampo della banlieue, il gesto che sfregia uno spazio già privato di vita da altri, considerato inabitato in quanto reso inabitabile; la detonazione del sentimento di scomparsa e della sua impossibile accoglienza è, nello stesso tempo, il condensamento della molteplicità disgraziata intorno a quello stesso sentimento e distorce un istante del controllo, del destino già deciso per quei luoghi.
La rivolta non viene, non la si aspetta e non la si profetizza. Il profeta preconizza tramite il linguaggio ma del rivoltante non c’è linguaggio, solo turbamento; della parola, dell’ordine, della definizione (di un elemento verbale o di uno stato sociale). Forse non c’è niente di più indefinibile e più instancabilmente tendente al mutamento della rivolta e – proprio per queste virtù – niente di altrettanto intimamente umano.
Se la rivolta è violenza, e non lo è mai di per sé, non può che essere l’esplosione radiale del suo disattendere: imprevista e scagliata, rivolta la propria violenza addosso alla violenza sistematica, regolare, normale. «Per questa ragione non vagheggia e preannuncia alcuna violenza». E per questo il potere non può specchiarsi nella rivolta e riconoscervi il soggetto di scambio dialettico.
Non si tratta, infatti, di assumere la rivolta come strumento avverso a ogni potere e come metodo politico quanto, piuttosto, di affondare le mani, tutte le braccia, nella consapevolezza della catastrofe; nel disastro costante della libertà e dell’opportunità rivoluzionaria; e di farne l’occasione per lasciare affiorare l’essere rivoltante, la temporalità politica scardinata, l’evento.
Materia di queste pagine di Pierandrea Amato è, quindi, materia assai preziosa.

Pierandrea Amato
La rivolta
Cronopio
€ 10,00

domenica 1 maggio 2011

El Clásico

Nella Liga di calcio spagnolo, ma non solo in Spagna, il Barça domina il Real.

Vi propongo un'opera che riassume la situazione. Non solo quella della rivalità più osservata dello sport attuale, ma pure un po' quella del magistero pallonaro tutto.

Dal gruppo di filmmakers di cui vedete il logo qui accanto [e qui il sito, toh], una rivisitazione di un evento che dovrebbe ricordarvi qualcosa anche se non siete malati di pallone... buona visione!

giovedì 21 aprile 2011

laura meyer


... e poi una sera sei nel tuo circolo Arci preferito, molti amici attorno, perfino un incontro inaspettato e felice. Il pirlo fa il suo dovere, forse qualche sigaretta di troppo passa ad affumicarti le dita.


E Laura sembra saperlo che è quello il suo momento per essere sul palco, accarezzare le corde e spandere la voce.

Così scopri Laura Meyer, musicista che, con la passione sulle spalle – proprio accanto alla chitarra –, ha preso e se n'è partita da New York per farsi il giro dell'Europa. Giorni interi di viaggio, decine di incontri, grandi città e province nascoste, cibo da condividere. E musica, perché vive di questo, del portarla in giro, del farsi portare da lei.


L'incontro con lei è stato prezioso, nei suoi occhi chiari puoi distinguere, mentre parla, la scintilla di chi ha trovato il coraggio per fare ciò che ama. E vi auguro che la sua gita italiana tocchi anche le vostre orecchie, ne sarete felici.

Fatevi un giro sulla pagina facebook di Laura;
sul suo sito ufficiale (ci trovate anche il blog che racconta il suo viaggio)
e sul myspace
qui, invece, potete ascoltare e acquistare il suo ultimo disco, Been Here Before

Congrats, Laura Meyer, and good luck!

mercoledì 20 aprile 2011

everynone

EVERYNONE è un team di film-maker di New York.

I loro corti sono evocativi, realizzati splendidamente e sviluppano idee originali facendo emergere la semplicità della bellezza. E tutto sembra facile, leggero.
Fatevi un giro su everynone.com, oppure sulla loro pagina fb, ci sono tante realizzazioni che meritano i vostri preziosi minuti di vita.
Questa è la loro ultima creazione, Symmetry



tra le opere precedenti, mostriamo qui anche Words (prima nella versione originale e poi montata nuovamente soltanto con clip da youtube)






L'ultima idea che ci tengo a segnalare è Parabolas (etc.)

martedì 19 aprile 2011

la montagna

Abbiamo già parlato qui di Terje Sorgjerd [clic sul nome per la sua pagina ufficiale su facebook], un mago del Timelapse.

Ma quest'ultima opera è qualcosa di incredibile. Godetevelo a schermo intero, lascia senza fiato...
La musica, concessa dall'autore per questo video, è Nuvole Bianche di Ludovico Einaudi.



Questa è la presentazione del video sulla pagina Vimeo:
This was filmed between 4th and 11th April 2011. I had the pleasure of visiting El Teide.
Spain´s highest mountain @(3715m) is one of the best places in the world to photograph the stars and is also the location of Teide Observatories, considered to be one of the world´s best observatories. 

The goal was to capture the beautiful Milky Way galaxy along with one of the most amazing mountains I know El Teide. I have to say this was one of the most exhausting trips I have done. There was a lot of hiking at high altitudes and probably less than 10 hours of sleep in total for the whole week. Having been here 10-11 times before I had a long list of must-see locations I wanted to capture for this movie, but I am still not 100% used to carrying around so much gear required for time-lapse movies.
A large sandstorm hit the Sahara Desert on the 9th April (bit.ly/​g3tsDW) and at approx 3am in the night the sandstorm hit me, making it nearly impossible to see the sky with my own eyes.
Interestingly enough my camera was set for a 5 hour sequence of the milky way during this time and I was sure my whole scene was ruined. To my surprise, my camera had managed to capture the sandstorm which was backlit by Grand Canary Island making it look like golden clouds. The Milky Way was shining through the clouds, making the stars sparkle in an interesting way. So if you ever wondered how the Milky Way would look through a Sahara sandstorm, look at 00:32.
Available in Digital Cinema 4k.
[fonte: clickblog]

martedì 12 aprile 2011

Elena Vittoria


Elena Vittoria [clic sul nome per il sito ufficiale] è una cantautrice rock che mescolerà, nelle vibrazioni attorno a voi, dosi sapienti di cattiveria ed eleganza. La sua chitarra e la sua voce sembrano essersi trovate a vicenda, finalmente felici di passarselo insieme, il resto della passeggiata. E quando premerete play qui sotto, credo capirete di cosa blatero.


Se non avete ancora la fortuna di conoscere EV – e dovreste proprio rimediare, visto che è in uscita il suo nuovo album –
e questa è la sua pagina facebook ufficiale (se vi piace, un clic sul tasto polliciato farà bene a tutti)

Le mie umili orecchie hanno già avuto la fortuna di assistere a un live di EV e, ricordo ancor più prezioso, addirittura di essere presenti a una session privata in cui lo stupore per l'incontro musicale fu superato solo dal piacere della conoscenza di Elena.

Basta parole, ecco gli ascolti, quelli sì che valgono!

Questi sono tre brani dall'EP Mistress of Poetry, disponibile in vendita su iTunes

questa è Ritratto Lunare, in un live del 2007

e vi lascio salutare da lei con la sua interpretazione live di Personal Jesus

lunedì 11 aprile 2011

patrick boivin

Patrick Boivin [link alla pagina wikipedia] è un film-maker di Montreal che produce piccole opere piuttosto impressionanti...

L'ho scoperto grazie a leganerd e mi è scappato subito il clic sulla sua pagina vimeo e sul suo canale youtube.

Qui propongo alcuni suoi corti che dimostrano quanto ne sappia e anche quanto si diverta! (No panic, i filmati sono brevi e potete assaggiarli tutti in fila)



[qui il making of]



giovedì 7 aprile 2011

cricket World Cup

Lo so, mi siete un po' disattenti e vi siete persi la World Cup di Cricket, ospitata durante gli scorsi due mesi da India, Sri Lanka e Bangladesh. Ma si rimedia!

Le spettacolari fotografie raccolte da The Big Picture e provenienti da diverse nazioni raccontano la passione di tutto il sud dell'Asia per questo sport ed emozioni che hanno un sapore profondo e genuino, intimo e carnale. Di desiderio e polvere.

Un anticipo di alcuni scatti [il resto lo trovate qui]...

Boys play cricket near the Taj Mahal in Agra, India January 22. (Pawan Sharma/AP) #
Indian prisoners cheer as they watch the ICC Cricket World Cup match between India and the Netherlands on television at the Ahmedabad Central Jail in Ahmadabad, India, March 9, 2011. (Ajit Solanki/AP) #


Cricket fans celebrate in Allahabad, India, after India won the ICC Cricket World Cup final match against Sri Lanka, April 2, 2011. India sparked wild celebrations among their billion supporters after beating Sri Lanka by six wickets in the World Cup final at Mumbai's Wankhede Stadium on Saturday. (Jitendra Prakash/Reuters) #


new york city lapse

James Ogle vive e lavora a Wellington, Nuova Zelanda.

Ma più delle sue foto (comunque un'occhiata e forse anche due la meritano) mi piacciono i time lapse e questo di new york [fonte: likecool.com] me lo sono goduto parecchio... sotto il video la descrizione e le specifiche tecniche, scritte proprio da Ogle sulla sua pagina Vimeo.


new york city. from James Ogle on Vimeo.

This is a recent time lapse piece I did on New York City. Many of the shots were specific for this project but some were recycled from previous projects but I loved them too much to not reuse them. 

Shot with Canon EOS 7d
Canon lenses
18-55mm f3.5-5.6 USM
28-135 f3.5-5.6
50mm f1.4 USM 
75-300mm f4-5.6 III USM
Pro Optic 8mm f3.5


Canon TC 80N3 intervalometer used mostly with Little Bramper for sunrise/sunset shots.

thewhippersnapper.com/​LittleBramper/​Site/​Home.html

Music - "First Breath After Coma" - Explosions in the Sky

floppy disk. gentry

Nick Gentry è un artista britannico che ha scelto di far diventare i vecchi supporti informatici dei supporti pittorici. Dipingere sui floppy.
Questo video mostra la sua raccolta di dipinti, OBSOLETE. Ma se cliccate qui trovate un wall sul suo sito personale dove stanno appese tutte le immagini e il video stesso in formati più grandi.


OBSOLETE - Nick Gentry from Nick Gentry on Vimeo.

martedì 5 aprile 2011

recensione: Azzurro tenebra

Arp e il Vecio stanno ingobbiti come bestie ferite, a bordo del prato. Si scambiano battute dagli animi desolati: l’età li ha presi, la malinconia c’era già da sempre ma adesso ha fatto piazza pulita di ogni illusione, di ogni giustizia. Sullo sfondo una figura in tuta si agita guizzante e solitaria, si lascia osservare mentre fatica. I tre sono parte, ognuno con le proprie mostrine sulla divisa, dello stesso esercito, la campagna è il Mondiale di calcio. Arp trasuda whisky e letteratura, una sigaretta via l’altra, va predicando la disfatta imminente: Azzurri compagine di molli, le tante, troppe aspettative dopo la grandiosa prestazione di quattro anni prima assordano già con il tonfo dell’ineluttabile caduta, e dire che il girone presenta almeno una squadra cui il calcio è materia organica ignota. Se vi stanno fischiando le orecchie con un ritorno di vuvuzelas e quel disturbo all’altezza dello stomaco – ormai vecchio di un’estate – torna a ricordarvi Pepe che si mangia un gol fatto all’ultimo secondo, tirate il freno a mano, colleghi drogati di fútbol. Non siamo in Sudafrica e non è il 2010.

venerdì 1 aprile 2011

la paura del laico da La Civetta

Da La Civetta di Aprile (consultabile nella finestra qui sotto, anche a schermo intero), la recensione di La Paura del Laico di Roberto Escobar (no, non il narcotrafficante! Un docente di filosofia...)


Open publication - Free publishing - More cultur

Non si scopre nulla, ormai, quando si osserva che la macchina comunicativa mediatica ha assunto il ruolo di strumento di potere principe, nell’era contemporanea. Strumento dall’efficacia sempre crescente le cui narrazioni, tanto vaste per numero e per molteplicità di varianti da risultare incalcolabili, sembrano tuttavia accorparsi intorno a una funzione dai confini indefiniti, appunto, ma comunque molto chiara: la decisione. L’etimo latino di decidere significa tagliare via, mozzare.
La decisione è, per tutti, il procedimento che elimina le opzioni inadeguate da ciò che, invece, viene eletto come il percorso da intraprendere. Nel momento sociale in cui siamo immersi, ormai universalmente – e per molti motivi – definito «la crisi», sono soprattutto i media ad operare ideologicamente la decisione. Per salvare la società dalla crisi, occorre decidere, separare da essa chi è dannoso, il responsabile della crisi stessa (interessante che la radice greca del termine crisi sia κρίνω, separare, appunto).
Qual è la misura secondo cui si crea una categoria che faccia da capro espiatorio per le condizioni economiche e sociali più misere? La paura.

mercoledì 30 marzo 2011

everyman

Philip Roth nacque a Newark, la più grande città del New Jersey; quella i cui abitanti più giovani, per scoprire i propri sogni, guardano dall’altra parte del fiume Hudson, dove sta Manhattan, e aspettano di andare un giorno sulla sponda più nobile a realizzarli. La comunità ebrea di Newark è, storicamente, molto numerosa e assai nutrita dal punto di vista culturale. Tuttavia, per quanto sia impossibile ignorare – per comprendere la letteratura di Roth – che egli sia un ebreo di Newark, il dato biografico più importante in relazione a questo suo romanzo è il suo anno di nascita, il 1933. Everyman è una storia di progressiva perdita, di rimpianto e nostalgia, di decadimento fisico: con Everyman Philip Roth tenta una resa dei conti con il proprio invecchiamento e non è certo un caso che questa esigenza sia sorta a settantatré anni.
La vicenda parte dalla fine. Dalla tomba del protagonista, sulla quale i suoi cari si sono riuniti per tributargli l’ultimo saluto. A stroncarlo è stato il cuore, proprio durante un intervento chirurgico che doveva liberare la sua carotide ostruita. Del resto, non era il primo intervento simile che si era reso necessario per quest’uomo, e il suo corpo da alcuni anni andava sempre più frequentemente rifiutandosi di svolgere i propri compiti con puntualità.

6 giri intorno al mondo

Sei fotografi da tutto il mondo. Sei grandi città di tutto il mondo. Una visione collettiva.

Nella descrizione più sotto – recuperata da Youtube – trovate i link ai siti dei sei artisti.

Around the World, Street Photography in BNW from wahliaodotcom on Vimeo.


6 international photographers come together to create this video. This is the first attempt at doing this across the globe and as unique as it is, we got it down and we hope you like it. We have to thank the new technologies like Twitter (which is how this started) and Vimeo for this to happen. All the organizing and image file forwarding was through emails and twitter, and communications were so much easier with it. Thank God for technology. :D
The Photographers:
France Elaine Vallet 
England Sureka Dharuman 
USA Francesco Gallarotti 
Israel Ilan Bresler 
Singapore Wong Kin Leong 
Australia Anissa El Gariani 
this project started with Kin Leong asking Ilan whether he would like to do something like this, and as it turned out, we had lots of friends that joined in. 6 in total and spreading across the globe, we discussed what to do and deadlines were set.
And files were uploaded onto websites and emailed across to Singapore where this video is programmed on a MacBookPro and loaded onto Vimeo to be downloaded again by the 6 photographers for use in their country. Pretty neat if you ask me.
This video will probably be the first of its kind, 6 photographers from 6 major cities, shooting black and white street photography.
Just for the love of what we would like you to see.
Thanks for viewing, I hope u are as blown away as we are doing this. It was definitely a wonderful thing to have 6 of us do this, really says something about the world that ain't all that different afterall. Thanks!